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Omaggio a Marino Feltrinelli

Se n’è andato – troppo presto – Marino Feltrinelli, poeta cui questo blog ha già dedicato meritati spazi. Abitava a Bolognano di Arco (Trento) e aveva uno splendido buen retiro tra gli olivi, dove da mezzo secolo trascorreva nella natura ore di serenità e di riflessione. Ha pubblicato i suoi versi (vedi “Cimitero delle nuvole”) e ha lasciato pensieri stupendi incisi nelle rocce e nei massi dell’amatissima Busa. Alla moglie Maura e alle figlie Laura, Elena e Angela le più sentite condoglianze anche da questo indirizzo.

All’acqua Fratina

Ci si deve inerpicare oltre le balze selvose
per poter guardare giù le pieghe precipiti
della cotta ricamata dalla luna, quando è piena.

Giunti all’Acqua Fratina, da lassù lanceremo
un messaggio alla Valle: “Leggete libri di favole,
rottamate le vostre vetturine di latta,
buttate via la chiave dei vostri fondachi,
montate cavalli a dondolo e salite quassù
a bere una tazza di stelle, alla sorgente
dell’Aqua Fratina”.

Con.. Enrica Buratti Rossi /2

Dall’incontro con Enrica Buratti Rossi alla libreria Cazzaniga di Arco, della serie “En dialèt al més”, ecco

MOMENTI DI MAGIA

Senàri mozzafià
che se vede na volta sol:
na coèrta de stéle d’arzent
sul fondo blu-not sol per noi,
na spenelada de ross
sora l’azur del ciél
quando cala ‘l sol
sora el spegio del mar,
melodie dolze come el mél
che molesìna le groste del cor,
gesti d’amor che parla meio
de tanti discorsi fioridi,
silenzi o sussurri dela natura
che sfodega entrà le pieghe
fonde de l’anima.

La se ciama magia
e l’è per tuti na grazia.
Ventesèl soave che sfiora lizér
come piuma, regala atimi
che el fià fa tegnìr sospés,
e ne fa paroni del mondo.

L’è quel che i dis
“tocar el ziel coi dedi”
e ne sentin su un trono.
Se sa de colp che no i tornerà pù,
quei momenti, unici per capir entén lamp,
ne l’istess temp d’en sgrisol
che ne traversa dala testa ai péi,
quel che gh’è da capir enté la vida.

L’è na carezza che conta data
al present, al “chi e adèss”.
Ma provar a esprimerla
l’è come perderla: la se sfanta
come bola de saòn e l’incant
el vola via, balonzìn colorà
dala man d’en popo scampà.

(da “I òci de l’anima”, ed. Del Faro, 2022

Con.. Enrica Buratti Rossi

Nuovo appuntamento, martedì 10 gennaio 2023, con la rassegna che Sandro Parisi e la sua associazione arcense intitolata al poeta rivano Giacomo Floriani sta proponendo alla libreria Cazzaniga in centro ad Arco (Trento). Ecco un primo saggio del pomeriggio letterario, seguiranno altri video.

“En fil de fum”, “El giardin de algéri”, “Momenti de magìa”, “La me Trent” sono alcune delle poesie, tratte dal libro “I òci de l’anima”, che Enrica Buratti Rossi ha letto nel corso del suo incontro dei giorni scorsi con gli appassionati del dialetto, accorsi alla libreria “Cazzaniga” di Arco richiamati dall’iniziativa “En dialèt al més”, organizzata dall’Associazione culturale “Giacomo Floriani”. La scrittrice trentina ha bel delineato il suo percorso letterario iniziato con testi in italiano e proseguito con quelli in dialetto, coinvolgendo le persone presenti grazie ad una sua capacità narrativa ed esplicativa non comune. Il passato, il presente, il futuro, la natura, i sentimenti, la fede, la vita di relazione sono le tematiche care alla poetessa che vive a Cognola, il sobborgo di Trento (6 mila abitanti) che ha saputo vivacizzare con iniziative che hanno coinvolto e coinvolgono ancora oggi tantissime persone del luogo grazie al Circolo Culturale da lei, insieme ad altri, creato e del quale è Presidente Onoraria. Non sono mancati gli interventi del pubblico che ha dialogato con Enrica, della quale ha apprezzato particolarmente l’uso della metafora e il desiderio di dare grande visibilità e dignità alla parlata dialettale, legata intimamente ad “en mondo caro za lontan”.
Felicemente conclusa l’esperienza con Enrica Buratti Rossi, si pensa già al prossimo incontro, quello del 7 febbraio prossimo, sempre alle 17.30, con Luciano Daldoss.

Voce, volto e vita di Sergio Balestra

Musiche che richiamano dal passato, storie di minatori delle cave d’argento del Calisio e della Val dei Mòcheni, musiche che ricordano lotte partigiane con uomini e donne coraggiosi, musiche che rievocano tradizioni e valori delle nostre comunità più o meno antichi: questi e tanto altro i temi che presentano con le loro canzoni i “Poesica”, il gruppo musicale formato da Sergio Balestra pianista, Gianfranco Tomio chitarrista e Morena Roat cantante, che martedì 29 novembre scorso è stato ad Arco, alla libreria “Cazzaniga”, per il 4° appuntamento dell’iniziativa letteraria dialettale “En dialèt al més”, organizzata dall’Associazione culturale “Giacomo Floriani”. Lo stesso Sergio Balestra, affermato poeta di S. Orsola, ma goriziano di nascita, ha intervallato i vari pezzi musicali con alcune sue poesie dialettali che, prendendo spunto da una sua biografia molto complessa, fatta di esperienze di profugo e di frequenti cambiamenti di residenza, ne sanno cogliere gli aspetti più avvincenti e coinvolgenti. Non è mancato il dialogo con le persone presenti, anche per spiegazioni lessicali riguardanti termini di alcuni dialetti, cari a Balestra, a volte molto diversi da quelli altogardesani. Un pomeriggio letterario diverso dai soliti quello trascorso alla libreria di Giovanni Cazzaniga di Arco grazie a Sergio Balestra e ai “Poesica”! L’aver accostato la poesia dialettale ad una musica impegnata ha creato un ambiente e un’atmosfera assai favorevoli a far vivere un’esperienza certamente straordinaria.

Alessandro Parisi per l’Associazione “G. Floriani”, ringraziando gli ospiti e il pubblico intervenuto, ha ricordato che “En dialèt al més” riprenderà il 10 gennaio prossimo, sempre alle 17.30 e sempre presso la libreria “Cazzaniga” ad Arco, con la scrittrice Enrica Buratti Rossi.

Il filò a Canale, 36 anni dopo…

Dai versi di Floriani a quelli dei partecipanti, dai ricordi personali alle tradizioni del passato, dalle curiosità locali agli aneddoti più o meno divertenti: queste le principali tematiche che hanno caratterizzato il Filò dialettale che l’Associazione culturale “Giacomo Floriani” ha organizzato venerdì 18 novembre scorso presso la Casa degli Artisti “Giacomo Vittone” di Canale di Tenno dopo ben 36 anni. Era il 1986, infatti, quando un gruppo di artisti vi organizzò una serie di eventi fra cui, appunto, i filò nei caratteristici avvolti. E proprio uno di quegli artisti di allora, Bepi Leoni, ne ha rinnovato il ricordo. Naturalmente non sono mancate le letture delle poesie di Floriani: “Polénta e mortadela” con Silvana Righi, “Le patate” con Patrizia Pacchera, “La mé gata” con Fiorella Marocchi. Gilberto Galvagni, Rita Pellegrini, Mauro Galas hanno recitato loro versi, spesso collegati a quelli del poeta rivano. Benedetto “Barba” Omezzolli, invece, ha ricordato il suo libro dialettale in prosa “Storie sgangherade, vissùe ala fim del Novezento…”, seguito dall’esperienza di Emanuela Cretti che ha ricordato l’iniziativa degli abitanti di Vigne di recuperare i soprannomi delle famiglie da apporre sui muri delle case. Loretta Miorelli ha recitato con non poca emozione la sua prima poesia in dialetto, che mette a confronto il paese di Massone di oggi con quello del passato. Ma c’era anche qualcuno che il dialetto in casa non lo ha mai parlato, come Mariangiola Menotti, che ha ricordato il padre, l’apprezzato professor Carlo, che tanto ha scritto sui luoghi del Tennese.

Un filò incentrato principalmente sulla figura di Giacomo Floriani non poteva dimenticare Riccardo Maroni. A ricordarlo ci ha pensato Tullio Rigotti, che per cinque anni lo ha frequentato assiduamente tanto da diventarne amico. E gli aneddoti? Ecco, allora, i racconti di Carla Vigori, di Mauro Leoni, di Luisa Benini, dell’assessora Giancarla Tognoni, come ad esempio quelli riguardanti il matrimonio e il viaggio di nozze del professor Dalrì agli “Scandolèri” sul Calino, gli incontri con Vittone e Pinter, la “Notte di Fiaba” vista dalla terrazza della Baita “Floriani”, ed altri singolari fatti da non lasciar cadere nell’oblio. La presenza di Germano Zanarini, originario di Bologna, ha permesso anche un simpatico confronto far il dialetto altogardesano e quello emiliano. Alla fine il coordinatore della serata, Alessandro Parisi, ha portato i saluti del presidente dell’Associazione Livio Parisi e quelli di Roberta Bonazza, direttrice della stessa Casartisti. Nel contempo ha elencato tutte le iniziative in cantiere. Altri filò seguiranno certamente nel Basso Sarca, l’ha assicurato lo stesso Parisi.

El vért de la Busa /23

Maronèr

(Castagno-Castanea sativa)

di Sandro Parisi*

Ghe va su na fraca de bestie: schirati, gaze, gril, pigòzzi, perfìm zivete. Parlém del maronèr, na pianta che ‘n autùm la se ‘mpienìss de maroni, quei fruti così boni che i li zerca tuti, omeni, done, boci e bestie. El maronèr l’è na pianta granda anca trenta metri, coi tronchi grossi, screpolài, con dele sfrise fonde. El só legn l’è così dur che i contadini i lo useva per far le testére dele pèrgole dele vigne (ancòi i usa la plastica o ‘l fer). Le foie le è verde, longhe e grande, coi denti picenini dale bande. Le fa na cioma che dà na bela ombrìa l’istà. Quando riva ‘l frét, le casca e alora l’è ‘n gran laoràr a torle su. Come avém dit prima, sta pianta la fa i maroni (che pol esser anca le castagne, però pù picole dei maroni), che i è scondùi nei rizzi, tuti pieni de spine. Se pol còserli nel’aqua o brustolarli ne na padela sbusada, ma se pol anca magnarli sechi. Sti chì sarìa i móndoi. I boci de Arco na volta i podeva compràr i móndoi, ‘nsema ala caròbola, dai Gavatta che i gaveva ‘l banchét postà al mur dela cantina “Marchetti”.

Na roba da nó desmentegàr: quando se vol darghe na brustolada ai maroni, bisogn prima taiàrghe la scorza, perché se no i s’ciopeta come le capete e se pol farse del mal.

da “‘Na ceseta de montagna” di Giacomo Floriani

ai péi de la montagna, zircondada

da ‘na vecia faméa de castagnèri,

che i té ‘mpienis la testa de penséri,

gh’è ‘na ceseta quasi abandonada.

da “Le castagne” di Giacomo Floriani

Ah ve giuro che quando l’altro dí,

ho vist fór da le Porte ‘n padelóm

piem de castagne arosto, mi ò sentí

al cór, en quel momént, en zèrt strucóm;

perché, quel vecio padelóm sbusà,

có le prime castagne brustolade,

l’anunzieva che néva via l’istà,

có le só bele e lìmpide giornade,

da Càpita l’inverno di Giacomo Floriani

Putèi!… Càpita l’inverno

de scondom da le montagne;

ma mi, furbo, da ‘na banda

gh’ò ‘na bèna de castagne,

‘na conzal de Fontanele,

en cosina qualche zoca,

da scaldarme quando ‘l fioca.

da “La prima neve” di Giacomo Floriani

Boie sul fogolar de la mé baita

en paról de castagne, che ‘l tramanda

bonodori de salvia e de montagne.

En vecio zoc de làres, spore de muscio,

enbalsamà dal sól e da la brina,

l’arde da n’óra, pacifico e alegro,

spandendo ‘n bel tepór per la cosina.

*Alessandro Parisi è un insegnante in pensione, arcense doc, amante del dialetto trentino e della nostra storia locale, curatore di una bella rubrica in dialetto sulla rivista La Busa. Siamo felici di avviare con questo testo una sua collaborazione con Arcopoesia, dando spazio a questo suo interessante lavoro sulle essenze arboree tipiche del nostro territorio del Basso Trentino. Alla scoperta di piante che ci circondano e di cui spesso non sappiamo che poco o nulla. Grazie Alessandro!

Ritornano i filò a Canale di Tenno


Mentre qui sopra proponiamo un secondo filmato dal pomeriggio in versi alla libreria Cazzaniga (ospite Lia Bezzi Cinà con le sue poesie), eccoci già ad annunciare un nuovo appuntamento culturale promosso dall’Associazione Giacomo Floriani di Arco. Di seguito l’annuncio scritto da Alessandro Parisi (nel video assieme alla poetessa lagarina).

Era il Natale del 1986 quando un gruppo di artisti locali, insieme ad altri volonterosi,
organizzò una serie di manifestazioni nel borgo di Canale di Tenno. Fra queste anche
i Filò nei rustici avvolti. Ebbene, a distanza di 36 anni, un Filò ritorna in quei luoghi
caratteristici, precisamente alla Casa degli Artisti “Giacomo Vittone”, grazie
all’organizzazione dell’Associazione culturale “Giacomo Floriani” di Arco. Sarà
un’ottima occasione per rinnovare il ricordo del poeta e le tradizioni del
passato, non solo recente, grazie alla parlata dialettale che l’associazione culturale
cerca di tenere viva specialmente all’interno delle scuole. Chi vorrà parteciparvi sarà
libero di portare la propria esperienza sia riguardo al poeta rivano sia riguardo al
dialetto, magari in forma poetica. Sarà presente anche Giacomo Floriani in forma di
busto (opera dello scultore Dario Mimiola), che è stato posato nei giorni scorsi nella
“Sala delle lunette” insieme ai quadri di Franco Albino, Bepi Leoni e Giovanni
Monti. L’appuntamento è venerdì 18 novembre prossimo, alle 20.30, appunto presso
la Casa degli Artisti “Giacomo Vittone” a Canale di Tenno
. L’incontro sarà concluso
da un buffet.

Le storie lontane di Lia Bezzi Cinà

Sta già scrivendo testi in dialetto e in italiano per due possibili pubblicazioni: una sulla sua esperienza di vita a Rovereto, l’altra su alcuni episodi di guerra che ha ricostruito grazie a testimonianze dirette e ad un lavoro certosino di ricerca storica. Parliamo di Lia Cinà Bezzi, che martedì scorso (8 novembre 2022) ha presentato la sua produzione letteraria presso la libreria “Cazzaniga” di Arco davanti al consueto e interessato pubblico, richiamato da “En dialèt al més”, l’iniziativa organizzata dall’Associazione culturale “Giacomo Floriani” in collaborazione con la stessa libreria di Giovanni Cazzaniga. La scrittrice ha presentato con grande capacità espositiva la sua biografia, caratterizzata dalla sua infinita passione per il verseggiare sia in versi che in prosa. Non ha mancato di leggere diverse poesie tratte in particolare dai libri “Sangiotar storie lontane”, “Mìgole de vita”, “Spaventapasseri e altre storie”. Significative e struggenti quelle sulle donne della Vallagarina accusate di stregoneria e uccise barbaramente nel 1600. Come negli incontri precedenti con Mariano Bortolotti e Lilia Slomp Ferrari, c’è stato un interessante e piacevole dialogo fra la poetessa e le persone presenti, che hanno apprezzato il linguaggio particolarmente ricercato ed efficace teso a narrare, a descrivere, a manifestare sentimenti. Alessandro Parisi (Associazione culturale “G. Floriani”), che ha coordinato l’incontro, alla fine ha ringraziato gli ospiti e la stessa Lia Cinà Bezzi, ricordando l’evento del prossimo 29 novembre, sempre alle 17.30 e sempre presso la libreria “Cazzaniga”, con lo scrittore Sergio Balestra. Ha approfittato anche per pubblicizzare il Filò del 18 novembre prossimo, alle 20.30, presso la Casa degli Artisti “Giacomo Vittone” di Canale di Tenno. Un novembre pieno di iniziative culturali che l’Associazione spera siano di gradimento per tutti coloro che amano il dialetto e le tradizioni del passato.